Corsi di Kung Fu, Tai Chi Chuan e Wing Chun - Camponogara - Dolo - Vigonza - Venezia - Padova - Scuola di Arti Marziali Quan Cong

Lo squadrone della grande sciabola

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Aggiornato al 31 agosto 2020

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La pratica del Tai Chi Chuan (Taijiquan) e del Kung Fu prevede lo studio di differenti armi, tra cui la sciabola. Un'arma "figlia" di una lunga storia e di una lunga tradizione.

Nella nostra scuola di arti marziali tradizionali di Venezia (Camponogara, Dolo e Salzano) e Padova (Vigonza), la pratica non si limita solo allo studio di una forma, ma si sofferma sul retaggio, la storia, la cultura, che l'arma porta con sé.

In questo articolo oggi mi voglio soffermare su come la sciabola, sia divenuta un'icona, un simbolo della resistenza della popolazione cinese all'invasione da parte delle truppe giapponesi  negli anni Trenta e Quaranta del Novecento.

Nel 1937 il Giappone invade la Cina, dando avvio a quella che oggi è conosciuta come seconda guerra sino-giapponese. L'invasione da parte del Giappone terminerà nel 1945 con la resa di quest'ultimo agli Stati Uniti d'America dopo lo sgancio delle bombe nucleari su Hiroshima e Nagasaki.

Tra gli anni Venti e Quaranta del Novecento, il Partito Nazionalista Cinese, stimolò la formazione di milizie cittadine, in particolare attraverso le associazioni di arti marziali.

Il simbolo di questo fenomeno è conosciuto come "Big Sword Unit" o "Big Saber Contingent"大刀隊 Dà Dāo Duì (in cinese) dell'esercitio rivoluzionario nazionale cinese.
Unità resa famosa per la peculiarità dell'arma che i soldati che ne facevano parte utilizzavano prevalentemente durante gli scontri con i soldati giapponesi: la sciabola.

Se ci si ferma a riflettere un momento, affrontare l'esercito giapponese armati praticamente di sciabola, non è certo la scelta più appropriata in un "conflitto moderno".

La gran parte della guerra civile che travolse la Cina alla fine degli anni Trenta fu caratterizzata da scontri per il controllo ed il mantenimento dell'autorità nei villaggi e nelle città. Il 大刀 Dà Dāo, la grande sciabola, era di fatto un mezzo efficace per generare "paura e rispetto" nella popolazione e negli avversari.

In oltre l'arma presentava un altro vantaggio. Poteva essere prodotta velocemente e a costi bassi in qualsiasi fucina della Nazione. Non servivano le fabbriche e gli impianti di produzione che le moderne armi da fuoco richiedono per essere costruite.

In questo modo era più facile costituire milizie composte da civili e disporre di "truppe" per le seconde linee armate di lance e sciabole. "Truppe" che ricevevano un'addestramento "grezzo" da parte dei locali maestri di arti marziali. Una soluzione non efficace su un campo di battaglia, ma sufficiente a mantenere l'ordine pubblico nei villaggi e nelle città attraverso operazioni di polizia.

Il 9 marzo del 1933, il Maestro di Bagua 金恩忠 Jin En-Zhong, fu assegnato a questa unità e nel giugno di quell'anno redasse un manuale pratico intitolato 實用大刀術 Shí Yòng Dà Dāo Shù, per aiutare i membri delle milizie ad apprendere le tecniche fondamentali per l'uso di quest'arma.

In conseguenza di tutto questo, l'unità paramilitare 大刀隊 Dà Dāo Duì, ebbe un'enorme impatto sulla popolazione cinese. Offrì la possibilità di guardare con orgoglio al proprio passato, e promosse ed enfatizzò l'abilità marziale dei soldati cinesi.

Questa unità divenne così il simbolo di tutte quelle milizie che in quegli anni presero parte alla guerra sino-giapponese. Nel corso del tempo, lo Stato ne fece un vero e proprio esempio, un vero e proprio strumento di propaganda. A tal punto che tutt'oggi si realizzano serie TV e film dedicati a questi "miliziani", civili trasformati in soldati, che armati di una sciabola hanno saputo compiere "gesta eroiche".

UN'ARMA, UNA STORIA

Il 刀 Dāo oggi conosce una sorta di nuova rinascita all'interno delle scuole di arti marziali tradizionali. Un esempio ne è il Tai Chi Chuan (Taijiquan) nei cui stili Chen, Yang, Wu, ecc... si utilizzano vari tipi di sciabola (vedi a riguardo l'articolo "La ricchezza nella diversità").

Nella nostra scuola, come in altre scuole di Tai Chi Chuan (Taijiquan) stile Chen, si studia sia la forma della sciabola singola, le sue applicazioni ed una forma eseguita con due sciabole.

Sciabole di varie forme e fatture sono state utilizzate dalla dinastia Qing fino alla fine della seconda guerra mondiale da parte delle truppe cinesi.

Nel caso specifico, la sciabola in dotazione alla 大刀隊 Dà Dāo Duì, è una sciabola di grandi dimensioni che richiede l'uso di due mani. Un'arma progettata con un solo scopo, quello di essere il più possibile letale.

Quest'arma nella prima parte del Novecento è così divenuta un simbolo, il simbolo della "resistenza" e dell' "ordine sociale". Oggi nelle scuole di arti marziali si studiano forme con sciabole molto simili a quelle utilizzate da questi miliziani.

Ogni qual volta un praticante di Tai Chi Chuan (Taijiquan) o di Kung Fu, o di qualsiasi altro stile tiene tra le mani una sciabola (qualsiasi sia la sua forma), ha tra le mani uno strumento che oggi è finalizzato all'allenamento ed al miglioramento di se stessi. Ma deve anche essere consapevole che lo strumento che ha in mano è solo l'ultimo "step" di un lungo percorso, che lo ha visto nel corso dei secoli assumere differenti significati, come ad esempio essere il simbolo, l'icona, della resistenza di un popolo nei confronti di un invasore a cavallo degli anni Trenta e Quaranta.

Mantenere il ricordo della lunga storia di un'arma come una sciabola serve a non compiere le medesime scelte fatte da chi ci ha preceduto. Serve a far sì che determinati eventi non capitino più. Il nostro impegno di praticanti di arti marziali deve essere quello di trasformare in bellezza qualcosa che definire "terrificante" è riduttivo, per permettere alle generazioni future di vivere in un mondo migliore.

Francesco Russo

NOTE
La foto che apre l'articolo ritrae alcuni membri della milizia "Big Sword Unit" nel 1933.

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